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Perchè la guerra?
Qualche anno fa, quando ancora ero studente di psicologia, ad un convegno di psicoanalisi era stata posta questa domanda ad un relatore: “Perchè chiedere a uno psicoanalista un parere sui fatti di attualità? Voi non state sempre chiusi nelle vostre stanze?”. Lo psicoanalista francese aveva sorriso e poi si era limitato a rispondere: “Sul lettino le persone parlano della loro vita e, dunque, anche della società in cui vivono”. All’epoca non capii che cosa intendesse dire questo psicoanalista di cui non ricordo il nome, mi limitai ad ascoltare la sala che rumoreggiava nel commentare questa risposta. Molti pazienti in queste settimane mi hanno parlato dei fatti capitati a Parigi. A…
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Internet in Africa
Più di un volta, durante questo periodo in Africa, mi sono chiesto se stessimo vivendo nel 2014. Le strade non asfaltate, i villaggi di case di fango, l’assenza di acqua corrente, i bagni costruiti facendo un buco nel terreno…anche a Kampala, se pur le differenze con il resto dell’Uganda si notano, la situazione non è poi così diversa. Per esempio, quando piove (e lo fa abbastanza spesso…), l’unica cosa che si può fare è fermarsi ed aspettare. Le strade, non tutte asfaltate e piene di buche, diventano dei fiumi di fango e anche se con un ombrello si può pensare di coprirsi la testa non è possibile evitare di trovarsi…
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Gli Street Children di Kampala
A Kampala ci sono numerosi ragazzini che vivono in strada senza genitori. Hanno dai 4 ai 17 anni e si sono allontanati da casa per diverse ragioni. Alcuni sono stati abbandonati, altri sono stati invitati ad andarsene per ragioni di povertà o sono scappati perché non sopportavano più le violenze domestiche…le loro storie sono varie ma il filo conduttore è che tutti loro vivono giorno e notte per strada. Uno di loro, che ha poi fondato un’associazione che lavora proprio con gli street children, mi ha raccontato la sua storia. Quando aveva 10 anni suo padre si era risposato e lui non sopportava la nuova moglie del padre e i…
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Il tempo, l’organizzazione e la prevenzione. Concetti qui inutilizzabili
Secondo alcuni ugandesi il problema del loro paese è la mancanza dell’inverno. Con l’arrivo del freddo, infatti, le persone sono obbligate ad organizzarsi: bisogna avere legna in abbondanza per cucinare e riscaldarsi, provviste di cibo, ripari per gli animali…Non si può vivere alla giornata, bisogna organizzare il lavoro e la vita quotidiana in funzione delle stagioni. In Uganda, invece, la popolazione si è abituata ad avere sempre a disposizione tutto ciò di cui necessita e non ha pertanto alcun motivo per doversi organizzare. Il freddo, con tutto ciò che questo significa, non arriva mai e la terra è sempre pronta a offrire i suoi frutti, in qualunque giorno dell’anno. Non credo che…
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Il saluto e la scoperta dell'Altro
In Uganda non puoi iniziare a parlare con qualcuno se prima non gli chiedi “come stai?”. Ci metto un po’ ad abituarmi perché questa regola vale per tutte le persone e in ogni momento della giornata. La risposta è quasi sempre la stessa, ovvero “io sto bene e tu?”, ma se non chiedi al tuo interlocutore come sta prima di rivolgerti a lui il rischio che si offenda è molto alto. Quando si saluta e basta può capitare che l’altro ti risponda “sto bene”, sottolineando così la mancata domanda. Curioso questo modo di iniziare la relazione tra persone. I primi giorni in cui mi trovavo qui avevo la sensazione di…
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L'acqua e le numerose sfumature del cambiamento
Il giallo, in Uganda, è il colore dell’acqua. Gialle, infatti, sono le taniche che le persone utilizzano per trasportare l’acqua dal pozzo o dal fiume a casa. Quando cammini per le strade dell’Uganda non puoi non accorgerti del giallo. A Kampala, la capitale, è un po’ diverso. Molte più case hanno l’acqua corrente e sono meno le persone che girano con le taniche. Ma appena fuori dalla città, lungo le strade, la gente cammina portando l’acqua nelle taniche sulla testa, sulle bici, sui boda-boda (motociclette che funzionano come dei taxi), o più semplicemente in mano. Donne, bambini, uomini…tutti sembrano trasportare l’acqua qui. Se vuoi sapere dove si trova il pozzo…
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In Africa
Sono stato in Uganda per 5 settimane. Un’esperienza bella, intensa, ricca da tutti i punti di vista. Ho incontrato tante persone, visitato posti molto belli, passato del tempo con chi non possedeva altro che il proprio sorriso, scoperto una cultura così diversa dalla nostra. Forse, a ben pensarci, il regalo più grande che queste persone mi hanno consegnato è la “perdita del giudizio”. Già, proprio così. Il giudizio a cui noi occidentali siamo tanto legati qui non serve proprio a nulla e, anzi, rischia di non farti cogliere tutta la ricchezza che è presente in questo posto. Quando si perde il giudizio, si prova una sensazione di leggerezza che permette…
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Una grande opportunità…Chiacchierata con Luca Prasso di Curious Hat
La chiacchierata con Luca Prasso, CEO e cofondatore di Curious Hat, è iniziata con il racconto della mia esperienza con un gruppo di genitori preoccupato per l’utilizzo che i loro figli fanno delle nuove tecnologie. Luca Prasso, prima di fondare Curious Hat nel 2011, lavorava alla DreamWorks Animation, dove è stato parte integrante del team che ha creato Shrek, Kung Fu Panda, Madagascar… Curious Hat è una start up divisa fra la California e la Francia che progetta e sviluppa app per bambini. Non giochi ma, come si legge sul sito, “strumenti che stimolano l’immaginazione e la creatività del bambino mentre scopre il mondo intorno a sé”. Luca mi racconta infatti…
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"Educazione Digitale"
“Ti è mai capitato di parlare con qualcuno e avere la sensazione che non ti stia ascoltando perché concentrato sul suo smartphone? Di avvertire che le nuove generazioni parlino un linguaggio distante anni luce dal tuo? Di tranquillizzare il tuo bambino utilizzando un tablet? Di fronte ai numerosi e profondi cambiamenti che la rivoluzione digitale sta portando, il mondo degli adulti si divide solitamente tra chi è a favore delle nuove tecnologie e chi è contrario. Se si vuole essere educatori nel tempo digitale, però, bisogna trovare una strada nuova. Occorre diventare “educatori funamboli”, in grado cioè di accogliere l’innovazione tenendo sempre presenti gli aspetti irrinunciabili di una buona educazione”…
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"L'Atlante delle dipendenze" al Salone del libro di Torino #salTo14
“L’arcipelago delle dipendenze si estende a dismisura: droghe naturali e sintetiche, psicofarmaci, alcol, tabacco ma anche gioco d’azzardo, lavoro, acquisti compulsivi, sesso, cibo, Internet e via seguitando…” Atlante delle dipendenze, a cura di Grosso L., Rascazzo F., Edizioni Gruppo Abele Nell’arcipelago delle dipendenze troviamo anche Internet. Il DSM V, uscito negli USA circa un anno fa, ha escluso questa nuova forma di dipendenza dalle malattie psichiatriche. Lo ha fatto perchè ci sono ancora troppi pochi dati e studi che provano l’esistenza di questa dipendenza ed è giusto essere molto cauti prima di “etichettare” con una diagnosi un fenomeno di cui non si conoscono ancora bene i confini (ne parlo in questo…