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Brif, bruf, braf. Sulla comunicazione
Ho letto la storia Brif, Bruf, braf di Gianni Rodari e ho pensato alla comunicazione. Ma anche alla comprensione. Qualche mio pensiero. In questi giorni pensavo alla comunicazione. Potremmo dire che senza comunicazione non può esserci relazione. La comunicazione genera incontro, restituisce valore, produce informazione. Non è detto però che la comunicazione generi anche comprensione. Per giungere alla comprensione è necessario un passaggio ulteriore. Quello che Gianni Rodari racconta in questa storia che su chiama Brif, bruf, braf. “Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale per poter parlare tra loro senza far capire nulla agli altri. “Brif braf”, disse il primo.“Braf brof” rispose il secondo.…
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L’amore in adolescenza
Pubblico l’intervento che ho tenuto davanti a 250 ragazzi di Pisa in occasione della giornata mondiale contro l’Aids. Ho parlato di amore in adolescenza. La prevenzione deve passare da tre parole: relazione, reciprocità, emozioni. Vorrei partire da due immagini. Ci troviamo a scuola, nell’intervallo e forse per la prima volta incrociamo lo sguardo di quella ragazza. Una scintilla, un brivido, un vuoto allo stomaco. Eppure quella ragazza è sempre stata lì, possibile che io non l’abbia mai vista. Da quell’istante ho la sensazione che qualcosa sarà cambiato per sempre. La seconda. Siamo al parco, dove andiamo tutti i giorni e dove quel giorno senza una reale spiegazione è arrivato anche…
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L’illusione di essere liberi: il godimento dell’idiota
Da adolescente accarezzavo l’idea della libertà come assenza totale di condizionamenti. Ricordo, ad esempio, che ero arrabbiato con i miei genitori per avermi battezzato quando ancora ero piccolo, in quanto in questo modo avevano iscritto nella mia vita un segno che non mi avrebbe mai più lasciato totalmente libero di scegliere. Essere libero significava poter fare tutto quello che desideravo, non dover rendere conto a nessuno. Certo, già allora questo ideale di libertà vacillava…a partire dal mio corpo che non mi consentiva di essere qualunque cosa. Poi dovevo fare i conti con il mio carattere che mi portava a comportarmi in maniera inaspettata, senza contare infine che il dovermi confrontare…