Adolescenza,  Sport

Agonismo sportivo: benefici e rischi per i giovani

L’attività sportiva è fondamentale lungo tutto l’arco della vita, specialmente durante l’infanzia e l’età giovanile. Ma cosa accade quando, con la crescita, lo sport assume un ruolo sempre più centrale fino a trasformarsi in attività agonistica? Nelle prossime settimane cercherò di esplorare questa domanda, condividendo riflessioni e contenuti qui sul mio blog.


L’attività sportiva è fondamentale durante tutto l’arco delle vita di un essere umano. Lo dice la ricerca, lo dicono le persone che praticano sport e in fondo ne siamo tutti consapevoli. A maggior ragione, sappiamo che è fondamentale durante l’infanzia perché aiuta e sostiene lo sviluppo psicofisico del bambino e della bambina. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, a tale proposito, consiglia di svolgere attività motoria fin dal primo anno di età e di non smettere…mai.

Cosa succede, però, se con la crescita l’attività sportiva aumenta a tal punto da diventare un’attività agonistica? Con questo termine in letteratura ci si riferisce a un’attività che viene portata avanti per tutto l’anno, quindi per almeno 8 mesi, specializzandosi su un singolo sport e abbandonando di conseguenza tutti gli altri praticati fino a quel momento. L’agonismo, che alcuni autori non esitano a definire di massa visto il grande numero di persone che oggi lo praticano, può avere delle controindicazioni e dei rischi per chi lo pratica? Come vedremo nelle prossime settimane, la risposta è sì. Per questo è importante esserne a conoscenza quando lo si propone  a un minore o, spostandoci dal punto di vista di un genitore, di un bambino o di un ragazzo, quando si decide di dedicare una grossa fetta del proprio tempo all’attività sportiva.

Nello stesso tempo, compiremmo un grande errore se ci limitassimo a questa risposta, se liquidassimo l’agonismo nello sport come un’attività potenzialmente problematica e non ne mettessimo in luce tutti gli aspetti positivi. La questione, se ci pensiamo, sta tutta qui: l’attività sportiva, che senza ombra di dubbio può essere un fattore protettivo per il bambino, la bambina, il ragazzo e la ragazza, se proposto nel modo sbagliato può diventare un fattore di rischio che non solo allontana il giovane dallo sport ma che lascia delle cicatrici, certe volte anche molte profonde, nella sua identità. Non bisogna infatti mai scordare, quando si lavora con i minori, che tutto ciò che viene proposto deve avere una valenza educativa di cui si deve rendere conto e che non esiste fine che giustifichi mezzi. Neanche di fronte a un ragazzo o a una ragazza considerati “promettenti”.