Adolescenza,  Genitori e figli

Quali sono i sintomi dell’adolescente. Come averne cura?

L’adolescenza è un periodo di forte cambiamento. Nulla è più come prima, tutto è in movimento. Il percorso di un adolescente può essere più o meno tortuoso a seconda di infinite variabili. Può succedere anche che si manifestino dei sintomi. Come aiutare il ragazzo, e l’adulto, a superarli? Cosa esprimo i sintomi dell’adolescente? Come averne cura?

Arriva un momento, nella vita di una persona, in cui nulla è più come prima. Il corpo, le amicizie, gli interessi, i genitori. Ma anche i mobili della camera , i quadri appesi, i vestiti. Tutto cambia, nulla è più come prima. L’adolescenza si fa spazio, richiede attenzioni, mette in discussione tutto quanto. Nulla è più come prima.

Diventare adulti

Diventare adulti, questo il significato della parola adolescenza, non è però semplice. Lo sanno bene i ragazzi, lo sanno bene gli adulti attorno a loro. Non è facile perché il cambiamento richiede sempre uno sforzo e perché, da un certo punto di vista, l’adolescenza è una partenza. Si lascia un territorio conosciuto e ci si avventura in uno spazio nuovo, pieno di opportunità, rischi, paure. Una ragazza, intervistata nel mio libro I giovani non sono una minaccia, ha usato un’espressione bellissima per descrivere tutto questo. Ha detto che gli occhi di un adolescente vedono il mondo come un enorme parco giochi in cui tutto è possibile. Un enorme parco giochi, fatto di persone, possibilità, divertimento, prime volte. Ma anche, inutile nascondersi, timori, ansie, sensi di colpa.

L’odore dell’adolescenza

L’adolescenza è il tempo nuovo, dunque. C’è un altro significato di questa parola che mi affascina tantissimo. Arrivare ad avere il proprio odore. L’adolescenza è il tempo in cui il corpo, ciascun corpo, comincia ad avere un odore. Anche il bambino ha un odore, certo. Ma l’odore di un adolescente è qualcosa di inedito e, soprattutto, di scomodo. Chi ha figli in questa fascia d’età lo sa benissimo. Il corpo ha un odore, puzza, è insopportabile. E spesso non bastano i potenti deodoranti di cui, non certo per caso, gli adolescenti abusano. L’adolescenza è dunque il tempo in cui il corpo si manifesta anche nei suoi aspetti più antipatici. La vita stessa si mostra nella sua durezza, nella sua opacità. Arrivare ad avere il proprio odore significa, allora, accettare la propria imperfezione, il proprio limite, la propria singolarità. 

La separazione dai genitori

Il percorso di un adolescente passa anche attraverso la separazione. Si smette di essere portati in giro dai genitori, si comincia a sperimentare l’autonomia. Il ragazzo che sta diventando adulto esige i propri spazi, desidera aprirsi al mondo, non vuole restare ingabbiato nella relazioni familiari. Nello stesso tempo, però, ha bisogno di sapere dove trovare i propri genitori in caso di necessità. Sente di aver ancora bisogno degli adulti, solo in un modo differente rispetto a prima. Ora c’è lui al centro. La sua famiglia principale sono i suoi amici. Come mi ha raccontato una delle ragazze che ho intervistato per il libro. “Non so che cosa sia cambiato. Io voglio bene ai miei genitori, davvero. Solo che non ho voglia di passare il mio tempo libero con loro. Preferisco le amiche, il fidanzato, stare in giro.”

I sintomi dell’adolescente

Basterebbe tutto questo per comprendere la complessità della vita di un adolescente. Un corpo che cambia, gli interessi che variano, le relazioni che assumono significati nuovi e fino a quel momento inesplorati. Si capisce bene allora il senso che il sintomo assume in questa fase delicata della vita. Il sintomo diventa un modo, potrei dirla così, per esprimere ciò che per vari motivi è inesprimibile. Il sintomo porta sulla scena ciò che non è possibile dire in altro modo. Per questo ascoltare il sintomo di un adolescente significa aiutarlo a trovare quelle parole, le sue parole, che possono dare un senso nuovo al suo malessere. Non sempre è facile, non sempre è possibile. 

Come averne cura?

È molto importante, però, non permettere al sintomo di radicalizzarsi. Il ragazzo non deve diventare il suo sintomo, come troppo spesso accade. Il sintomo non può e non deve prendere il sopravvento, non deve arrivare a definire l’intera esistenza del ragazzo. Si tratta, da questo punto di vista, di un’operazione complessa. Dare parola al sintomo evitando che si radicalizzi nella vita del ragazzo. Per questo occorre molta attenzione nel lavoro con gli adolescenti. L’adolescenza non deve mai trasformarsi in una malattia.

Questo articolo prende spunto da alcune riflessioni contenute nel mio libro e dal lavoro che quotidianamente porto avanti con i ragazzi e con i genitori. Per informazioni e contatti potete visitare questa pagina.